Le origini di Loreto Aprutino risalgono al periodo medioevale e più precisamente all’inizio dell’XI secolo dove dei monaci benedettini costruirono un castello ed un abbazia sulla sommità di una collina.
Oggi il paese conserva ancora un carattere tipicamente medievale sia nella configurazione delle sue viuzze che nell’aspetto architettonico di numerose abitazioni del centro storico. Il paese, in provincia di Pescara, si trova ad una altitudine di 294 metri s.l.m. e fonda la sua economia soprattutto sulla produzione dell’olio extravergine di oliva che, tra l’altro, ha ottenuto la denominazione di origine protetta (Dop) dalla Comunità Europea. Il paese conserva ancora intatto un ricco patrimonio storico-artistico fatto di musei, chiese e di un antico castello.
Sicuramente da vedere a Loreto Aprutino troviamo:
- la quattrocentesca chiesa di San Pietro Apostolo che conserva le reliquie di San Zopito, il santo patrono di Loreto Aprutino e la chiesa di Santa Maria in Piano, che conserva le testimonianze artistiche più notevoli e le cui origini risalirebbero all’VIII secolo;
- il Museo delle Ceramiche Acerbo, situato poco lontano dalla chiesa di San Pietro Apostolo custodisce una ricca collezione di circa 600 maioliche prodotte tra il XVI e il XIX secolo;
- il Museo Archeologico “Antiquarium” fondato nel 1998 per poter esporre parte dell’enorme quantità di materiale archeologico rinvenuto nel territorio comunale nel corso di ricognizioni e scavi condotti dal 1989 dall’Archeoclub locale; il Museo della Civiltà contadina dove sono esposti attrezzi da lavoro e utensili domestici che consentono di ricostruire la cultura materiale contadina dell’area vestina.
- il Museo del Burattino, invece, custodisce la collezione di burattini di Damiano Rossi, uno degli ultimi rappresentanti di una famiglia circense. Essa è composta di circa 80 pezzi, alcuni dei quali molto antichi, provenienti da tutta la Penisola;
- il Museo dell’Olio ubicato all’interno di un frantoio dove è possibile osservare l’evoluzione delle tecniche di lavorazione delle olive, dalle più antiche a quelle in uso all’inizio del Novecento.
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